PESARO – 17 settembre 2024
Palazzo Montani Antaldi, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro
Seminario sull’emergenza delle dipendenze, per descrivere, contrastare e promuovere itinerari
Il convegno tenutosi nella prestigiosa sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, sempre attenta e sensibile rispetto alle problematiche sociali del territorio, ha lasciato emergere già dal titolo il rischio al quale la nostra società va incontro: trasformare l’emergenza del fenomeno delle dipendenze nella quasi-normalità laddove è ormai statisticamente constatato addirittura l’abbassamento dell’età di coloro che consumano sostanze stupefacenti, i cosiddetti “nuovi assuntori”, attestati anche fra tredicenni e quattordicenni.
Presenti in sala, oltre a illustri spettatori, i rappresentanti degli agenti sociali coinvolti nella gestione di un tale grave problema – per la Prefettura il Vice Prefetto Antonio Angeloni, per la Diocesi l’Arcivescovo Sandro Salvucci, e per il Comune l’assessore alle politiche sociali, volontariato e salute, Luca Pandolfi – e tutti hanno manifestato nei loro interventi di saluto la preoccupazione di una situazione che, spesso, appare incontrollabile o, quanto meno, complessa da fronteggiare.
Obiettivo del seminario, molto partecipata prevalentemente da referenti del Terzo Settore, era quello di animare un ben più vasto dibattito socio-culturale che tenga conto del disagio dei nostri giovani.
Il concetto di “normalizzazione” delle droghe leggere, rischia di divenire il trampolino di lancio per ben più pericolosi percorsi di dipendenza rispetto ai quali, al contrario, deve essere assunta consapevolezza così da poter attivare strumenti di difesa.
L’entità del fenomeno emerge anche e soprattutto dai numeri portati all’attenzione dei presenti da Giovanna Diotallevi, direttrice del Dipartimento Dipendenze Patologiche Ast di Pesaro, che alla freddezza dei dati statistici, ha posto quale contraltare la messa in campo di progetti – citati da Stefania Riccardi responsabile dell’unità operativa di Fossombrone – tesi alla sensibilizzazione e al coinvolgimento anche delle famiglie, vittime collaterali delle disastrose conseguenze della tossicodipendenza di figli, coniugi, genitori.
Situazioni relazionali quelle denunciate quale grido d’aiuto da Silvio Cattarina, presidente della Cooperativa Sociale L’Imprevisto che gestisce le Comunità che da anni, come realtà private, operano per curare ed accompagnare nel percorso di riabilitazione, giovani tossicodipendenti.
Il suo è stato un intervento caldo e appassionato a sottolineare come il disagio nasca dalla famiglia, non necessariamente quale realtà problematica o priva di valori, ma semplicemente nucleo sociale disarmato dinanzi alla ricerca spasmodica del tossicodipendente di un piacere effimero sempre più proteso verso cime altissime di soddisfazione.
Ha mosso gli animi nel ribaltare il concetto che in passato suggeriva a coloro che accoglievano i giovani nelle comunità di non amarli troppo per paura di soffrire nel vederli fallire o andar via. Cattarina ha sottolineato come, viceversa, l’amore verso quei giovani sia un’arma vincente contro il nemico–droga.
Un concetto ripreso e argomentato anche da Anna Uguccioni presidente di Avap, l’associazione di volontariato Antidroga di Pesaro, che solo di recente ha ottenuto una sede stabile per incontrare e“ascoltare” coloro che, prendendo atto del loro problema di dipendenza, si rivolgono ai Centri di Accoglienza per l’accompagnamento nel percorso di disintossicazione e riabilitazione per quanto riguarda gli interessati, ma soprattutto per il supporto in relazione alle loro famiglie.
La sfida più audace è stata sicuramente quella lanciata da padre Stefano Gennari, dell’Associazione Mondo X – Sardegna, impegnata nell’accoglienza, nel recupero e nell’accompagnamento ad una nuova vita di migliaia di giovani che, nel corso di 44 anni di attività, si sono rivolti alle strutture di Cagliari e Sassari per riprendersi in mano la dignità perduta.
Padre Stefano Gennari, pesarese di nascita e sardo di adozione ha fatto esplodere come una deflagrazione la sua sfida alla città che ama: “Pesaro città della cultura… che fà Pesaro per scuotersi dal torpore di un silenzio assordante che non parla dei giovani che ancora muoiono di droga?” Ha messo sul banco una carta provocatoria: alimentare la ricerca di spiritualità fra chi è insoddisfatto, inquieto, alla ricerca del piacere. Spiritualità alta che permetta ai nostri giovani di guardarsi dentro, di imparare ad amarsi e ad amare, che li faccia andare oltre il miraggio del piacere indotto da sostanze oggi, peraltro, sempre più pericolose e, spesso, letali.
“E’ necessaria una gestione ottimale del tempo: non è pensabile risolvere un così grave problema in tempi brevi o con risorse esigue” afferma padre Stefano Gennari “Necessitano percorsi personalizzati che si prendano cura dell’individuo nelle sue molteplici sfaccettature.”
Il Convegno, che ha visto quale moderatore del seminario Andrea Mancini, coordinatore della Caritas diocesana, ha rappresentato la preziosa opportunità per lanciare un accorato appello: è importante e fondamentale parlare sempre più spesso delle dipendenze, soprattutto dalle sostanze; tacere o ignorare il problema ne compromette la risoluzione e mette in pericolo un’intera generazione di giovani.
(Rita Salaris)
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