PASQUA 2024:
La settimana Santa per Mondo X – Sardegna si manifesta in principio dalla Via Crucis nella sua nuova rivisitazione, all’interno della Casa Famiglia per persone in Aids.
Come non possono le porte delle stanze occupate dai nostri ragazzi rappresentare stazioni di sofferenza? Quella Croce portata ora da un ospite, ora da un Volontario nel lungo corridoio della Casa pare davvero attraversare le vie di una Gerusalemme che attende la Rinascita, il Risveglio.
E l’esperienza della Settimana del Sacrificio che Gesù compie per tutti noi, è ancora rappresentata nella Casa Famiglia con la toccante cerimonia della lavanda dei piedi del Giovedì Santo: uomini che servono uomini così come Cristo fece coi “suoi”, insegnando loro come servire i più fragili, come porsi a disposizione dell’altro, l’altro noi.
Da anni oramai, invece, i giovani della Comunità di S’Aspru condividono questa esperienza nella Parrocchia di Santa Vittoria in Siligo, centro che li ha accolti e che da ventidue anni li abbraccia e li fa sentire parte di quella Comunità.
Esperienza toccante quella del Giovedì Santo a Siligo: genti che dapprima hanno osteggiato la presenza della Comunità di S’Aspru nel proprio territorio e che, invece, oggi, ne fanno figli e fratelli che abbracciano nella loro quotidianità. Ad otto ospiti è stata riservata la cura della lavanda dei piedi mentre tutti loro hanno fatto a gara per ergere la Croce e posarvi con devozione il Cristo, simboli dell’Estremo Sacrificio.
S’Aspru poi, non può non ricordare la tradizione della notte in cui il popolo d’Israele è stato liberato dalla schiavitù degli Egiziani: anche in questo caso il momento è fortemente evocativo e ricco di simbolismi nella rivisitazione della cena che il popolo ebraico, la notte dell’Esodo, ha consumato silenziosamente e furtivamente, dopo aver contrassegnato gli ingressi delle case col sangue dell’agnello, poi consumato in famiglia prima di fuggire per essere risparmiati dall’eccidio.
Erbe amare, pane azzìmo, salsa dolce, vino e carne di agnello il tutto condiviso con la “famiglia” riunita nell’oscurità che improvvisamente si apre alla luce coi padri che spiegano ai figli il futuro che li attenderà dopo l’esperienza della schiavitù.
La nostra Terra Promessa – S’Aspru, Terra di Incontri – accoglie oggi, ancora dopo 22 anni, un popolo in cammino verso la libertà dalle schiavitù più diverse, genti che hanno consumato amarezze e sofferenze nell’anelito alla Vita Nuova.
Un cammino ancora ripercorso il Venerdì Santo, su quella stradina che dalla Chiesetta di Mesu Mundu s’inerpica fino alla collina di S’Aspru. Un percorso che tutti i ragazzi che giungono alla grande casa padronale percorrono portando il peso della loro Croce, un fardello, anche il loro, di dolore – vissuto e provocato – un carico di sofferenze, umiliazioni, cadute e tentativi di risollevarsi. Un’esperienza, la loro, che infine li fa incontrare con una personalissima Veronica ad asciugare sudore e sangue; un Giuseppe d’Arimatea che ne conserva corpo e – perché no? – anima; un Angelo che fa rotolare il macigno del sepolcro della loro vita passata.
“Abbiamo camminato tutti insieme nelle tenebre ed abbiamo raggiunto la Luce”.
Eccoci, infine, Umanità ferita, uomini e donne che risalgono verso la cima per ricordare il Sacrificio, pronti a rivivere il giorno dopo, la Gioia, la Festa, il Passaggio verso la Luce.
Un passaggio che nasce ancora dal buio, il Sabato Santo, tenebre in cui, improvvisamente si accende il Fuoco della Nuova Vita, fuoco che è stato benedetto così come l’Acqua, nel corso della celebrazione a ricordo della Genesi, dell’Esodo e del Nuovo testamento.
Ed infine… il suono festoso delle campane finalmente tornate ad esaltare alla gioia della Vita, il Gloria a Dio nell’Alto dei Cieli ancora a Lui rivolto da nuovi cuori di carne a sostituzione di cuori di Pietra.
Come può l’Uomo non vedere quanto a lui è stato donato? Come può non comprendere come tutto è stato originato in un’unica sola famiglia costituita dall’amore? Come possiamo levare il pugno contro chi ci è stato posto accanto come fratello?
Il nostro pensiero dopo questa Settimana di rivisitazione, di messaggi di simboli, di amore donato, non può non andare ai teatri di guerra, a uomini, donne, bambini che soccombono per anni di despoti che ancora vogliono tenere in schiavitù loro simili piuttosto che condurli per mano verso la salvezza, verso la nuova Terra Promessa.
Ma davvero il sacrificio di Cristo è stato inutile per loro, per noi?
Consolatrice, sotto questo punto di vista, la giornata di Pasqua trascorsa insieme dai ragazzi della Comunità di S’Aspru e i loro fratelli della Casa Famiglia per persone in Aids, uomini che percorrono la strada del riscatto e uomini e donne che vivono l’ultimo tratto della loro vita della riconquistata dignità, tutti avvolti dall’amore di coloro che, nel prendersi cura di loro, hanno stretto le mani che gli sono state tese.
Un’emozione palpabile ha animato il momento conviviale svoltosi, quet’anno, nella Casa Sant’Antonio Abate, occasione per progettare l’escursione della Pasquetta – per chi vi avrebbe partecipato – sul Monte Santo di Siligo per sciogliere il voto ai Santi Elia ed Enoch, protettori del centro.
Nonostante le insidie del tempo, il pellegrinaggio si è realizzato con grande partecipazione.
La fede, il desiderio e la gioia di portare in preghiera coloro che a S. Elia e a S. Enoch si affidino fa maturare l’offerta che il pellegrino realizza.
Il Salmo 84 che presenta la lode del pellegrino tratteggia bene quanto vissuto:
“Beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio.
Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente,
anche la prima pioggia
l’ammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion”.
La gioia di scorgere il profilo della piccola ma accogliente chiesa campestre, cresce quando ad accoglierti c’è già il comitato di S. Elia, ma ancora non è tempo per l’Uomo! All’arrivo si compie l’Ardia, tre giri giri attorno alla chiesa, segno della lotta con il male che abita ogni uomo, poi l’incontro con Dio, mediato dai due Santi.
Ecco poi il dono della letizia, che si realizza nei gioiosi abbracci di chi dopo un anno si trova nuovamente a Monte Santo.
Il dono della Pasqua si è nuovamente rinnovato e la Comunità di S’Aspru nel pomeriggio è diventata nuovamente Terra di Incontri nell’essere Casa accogliente, condividendo un pranzo con coloro che desideravano visitarci in compagnia dei ragazzi di S’Aspru e di Casa Famiglia.
Al prossimo anno a Monte Santo!
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